Come aiuto le coppie a organizzare il proprio matrimonio [intervista audio]
Il mondo delle Wedding Planner è ancora avvolto da un alone di mistero, appesantito da false credenze e talora frontalmente misconosciuto. Per questo motivo, se ho modo di poter dire la mia, la dico. Quando sono stata invitata a parlare ai microfoni di Radio RWS Italia, non mi sono tirata indietro. Qui potete ascoltare la mia intervista:
Ascolta “INTERVISTA ANNA DE VIVO – WEDDING PLANNER” su Spreaker.Volutamente mi sono soffermata su una determinata tipologia di “Destination wedding”, ossia i matrimoni delle coppie che vivono lontano dalla propria terra natìa e vi vogliono fare ritorno in occasione delle nozze. Le difficoltà di una coppia di sposi che vive lontano dalla location appaiono evidenti a tutti e rappresentano dunque un buon esempio per dire cosa può fare una Wedding planner.
Organizzare i documenti per il matrimonio
I documenti per il matrimonio con rito religioso costituiscono un problema per tutti. Bisogna ammettere che, per gli sposi che vivono all’estero, la “questione burocratica” assume un rilievo particolare. In Italia, come sottolineo nell’intervista, i rapporti tra Chiesa e Stato sono regolati dai Patti Lateranensi e la produzione dei documenti, i tempi e le procedure sono – almeno per me – passaggi collaudati. La questione, complicata di per sé, diventa più difficile quando gli sposi vivono in altri stati, perché ogni legislazione si comporta in maniera differente.
Lo stile del matrimonio: riconoscere il fil rouge
Il confronto con la coppia è invece quel rapporto costante che assicura agli sposi la realizzazione del loro matrimonio e a me di avere sufficienti elementi per lavorare come si deve. Quando la coppia abita altrove, la tecnologia ci viene in aiuto. Le videocall puntellano la mia giornata ed è sulla base di questi confronti – virtuali, ma materialmente utili – che posso individuare lo stile che si vuole dare al matrimonio, contattare i fornitori e fare un calendario di appuntamenti che concentri il più possibile i diversi incontri (per location, fiorista, intrattenimento, atelier, bomboniere, etc.).
La sposa – perché in genere è lei ad averne la sensibilità – spesso ha chiaro in mente cosa rende speciale un matrimonio, ma per diversi motivi non riesce a dargli forma. Il mio lavoro è fondamentale anche qua, perché non sono solo una (wedding) “planner”, ma anche una consulente, che ha alle spalle decine e decine di matrimoni e svariati corsi di formazione. Il primo passaggio, dunque, è ascoltare la sposa, “mettere ordine” nelle sue idee e trovare un fil rouge che possa determinare il design del matrimonio. Può essere un argomento (ad esempio la musica napoletana), un oggetto, una città (ad es. Parigi), una passione della coppia (ad es. carte, fumetti, etc.). Ebbene, questo elemento comune – inserito in maniera elegante e armoniosa in contesti diversi, dalla chiesa al ristorante, passando per dettagli su sposi e allestimenti vari – crea quella coerenza che nota anche l’invitato più distratto. Ci sono ospiti che, pur non sapendo definire precisamente il “perché”, hanno una percezione della qualità. Ciò, sul momento, contribuisce al benessere e, nel lungo periodo, alimenta il ricordo.
Il calendario per incontrare i fornitori del matrimonio
Torniamo al ruolo di “planner” in senso stretto e all’esempio della coppia che vive lontano da “casa”. I futuri sposi vivranno anche all’estero, ma qualche volta dovranno pur tornare a casa. Parliamo comunque di giovani adulti che, per lo più, hanno la famiglia di origine laddove hanno deciso di sposarsi, per cui, almeno un paio di volte all’anno, raggiungono i propri cari. Ecco, in quelle occasioni cominciano i tour. Faccio trovare tutto già pronto e calendarizzato: in questo modo quello che una sposa “lasciata sola a se stessa” fa in mesi e mesi di lavoro, lo si fa in pochi incontri.
Poi ci sono gli ospiti, perché chi viene dall’estero, in genere ha anche amici al seguito. Questo vuol dire organizzare tutta la logistica, quali hotel, mezzi di trasporto; ove richiesto anche visite guidate.
Una piccola riflessione a chiusura: la Wedding planner è fondamentale in questi casi, ma cambia davvero poco se, invece di vivere all’estero, gli sposi sono semplicemente super-impegnati. Non sono super-impegnati? Allora vuol dire che non vogliono stressarsi in un momento tanto importante e/o che desiderano un matrimonio memorabile, perché realizzato con gusto e nei minimi dettagli.
Quale che sia il motivo, l’intervento del professionista dei matrimoni si apprezza per la qualità che apporta all’evento e per l’alleggerimento del carico di lavoro per i festeggiati. Sono “cose da poco”, queste? Non direi proprio! Prova a chiedere all’amica già sposata quanto sia stato stressante organizzare il proprio matrimonio e quante volte sia stato motivo di attrito con partner e famiglia. Probabilmente sarà proprio lei a suggerirti di contattare una wedding planner!

1 Commento
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